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Come impugnare una cartella esattoriale: tutto quello che c’è da sapere

Come impugnare una cartella esattoriale: tutto quello che c’è da sapere

Come impugnare una cartella esattoriale: tutto quello che c’è da sapere

Quali sono le ragioni che consentono di opporsi ad una cartella esattoriale: contestazioni di merito, di forma, vizi.

 

Cartella esattoriale: cos’è

La cartella esattoriale è un titolo esecutivo, vale a dire un atto di intimazione di pagamento con cui l’Agente della riscossione richiede il pagamento di una somma dovuta alla Pubblica Amministrazione. Tale atto ha lo scopo di comunicare al contribuente il suo debito nei confronti dell’ente impositore.

Il debito viene iscritto a ruolo ed inviato all’agente di riscossione territoriale che può svolgere le azioni coercitive utili al recupero del credito.

La cartella di pagamento, quindi, anche se non proviene direttamente dalla Pubblica Amministrazione è un atto amministrativo che permette di procedere al pignoramento in caso di mancato pagamento entro 60 giorni.

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Cartella esattoriale: cosa contiene

Una cartella esattoriale può contenere gli importi non pagati relativi a:

Dal 2006 la riscossione è affidata all’Agenzia delle Entrate e all’INPS e viene effettuata attraverso Equitalia S.p.A.

 

Cosa fare per impugnare una cartella esattoriale

La prima cosa da fare rispetto ad una cartella esattoriale è verificare la data in cui si riceve. Dalla data indicata, si dispone di 60 giorni per fare ricorso.

Nel caso in cui la cartella venga ritirata presso l’ufficio postale o il Comune, il termine decorre dal giorno del ritiro, eccetto quando questo avvenga dopo oltre 10 giorni dal rilascio dell’avviso di giacenza. In questo caso, infatti, la decorrenza inizia dall’undicesimo giorno.

La seconda cosa da verificare è qual è il giudice competente. Quando la cartella fa riferimento al mancato pagamento di imposte, come ad esempio, Imu, Tari, Irpef, Iva, Canone Rai, bollo auto, etc., occorre fare riferimento alla Commissione Tributaria Provinciale.

Quando la cartella contiene multe stradali, sanzioni amministrative o il canone dell’acqua domestica, bisogna rivolgersi al Giudice di Pace.

Quando la cartella contiene mancati versamenti dei contributi all’INPS o all’Inail, bisogna rivolgersi alla sezione lavoro del Tribunale ordinario.

 

Per effettuare il ricorso è importante rivolgersi ad un avvocato o, nel caso della Commissione Tributaria ad un commercialista o un ragioniere.

 

Cartella esattoriale: obbligo dell’Agente per la riscossione

 

Quando la controversia non supera 1.100 euro (dinanzi al Giudice di Pace) e 3.000 euro (dinanzi alla Commissione Tributaria) è possibile difendersi autonomamente.

 

Nei casi in cui l’importo della cartella esattoriale non supera 20.000 euro, prima del ricorso alla Commissione Tributaria occorre avviare la mediazione tributaria che consiste nell’obbligo di notificare il ricorso alla controparte e attendere 90 giorni. Se durante questo tempo la cartella non viene considerata illegittima, il contribuente ha facoltà di iscrivere a ruolo il ricorso.

 

Per contestare una cartella esattoriale bisogna verificare se contiene vizi di forma (mancato rispetto dello schema ministeriale) o di sostanza che attengono, rispettivamente, alla compilazione della cartella ed alla legittimità della richiesta (mancata notifica del precedente atto di accertamento, credito caduto in prescrizione).

 

Cartella esattoriale: obbligo dell’Agente per la riscossione

L’Agente per la riscossione ha l’obbligo di conservare la copia della cartella di pagamento. Nello specifico, la legge indica un tempo di 5 anni.

 

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