Cosa succede se si perde il lavoro e si ha una Cessione del Quinto in corso?
Continua a leggere l’articolo per scoprire tutti i dettagli relativi ai casi in cui il lavoratore venga licenziato o decidesse di dimettersi.
Cessione del Quinto: che cos’è
La Cessione del Quinto è una tipologia di finanziamento affidabile e sicura che consente di soddisfare esigenze economiche impreviste e di superare eventuali momenti delicati.
La Cessione del Quinto è praticamente un prestito a tasso fisso la cui somma può essere adoperata per qualsiasi finalità, dall’acquisto di un’automobile, di un immobile, o semplicemente per saldare il pagamento di una vacanza.
Tale finanziamento è dedicato ai dipendenti pubblici e privati e ai pensionati e prevede una rata fissa che non può mai superare il 20% dell’importo dello stipendio netto o della pensione.
La Cessione del Quinto viene richiesta direttamente presso l’azienda del lavoratore o presso l’ente che eroga la pensione e questo esclude qualsiasi problema di insolvenza. In altri termini, la rata mensile viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dalla pensione.
Cessione del Quinto: cosa accade in caso di licenziamento
Quando si stipula un contratto di Cessione del Quinto si autorizza il vincolo del trattamento di fine rapporto TFR a favore dell’istituto di credito che eroga il finanziamento. A questo si aggiungono una serie di polizze assicurative che garantiscono la finanziaria da una possibile insolvenza ed il lavoratore di tutelarsi in caso di licenziamento non volontario.
In caso di licenziamento, quindi, il dipendente che ha firmato il contratto di Cessione del Quinto è tenuto ad estinguere parte o tutto il debito residuo, attraverso il TFR accantonato in azienda o presso il fondo.
Al momento del licenziamento possono verificarsi due casi:
- il debito residuo della Cessione del Quinto può essere superiore al trattamento di fine rapporto accantonato. In questo caso, il dipendente dovrà estinguere la parte eccedente attraverso un bonifico;
- il debito residuo della Cessione del Quinto può essere inferiore al trattamento di fine rapporto accantonato. In questo caso, la compagnia assicurativa pignorerà una parte dello stipendio o della pensione, come rimborso del debito ed il lavoratore o il pensionato non sarà più debitore dell’istituto di credito, ma della compagnia assicurativa.
Cessione del quinto in caso di cambio lavoro
Cessione del Quinto: come possono tutelarsi i datori di lavoro da licenziamenti o dimissioni dei lavoratori con questo tipo di prestito
La Cessione del Quinto necessita sempre di un’assicurazione sulla vita per garantire il recupero di credito residuo da restituire all’ente creditizio, anche in caso di licenziamento o di dimissioni del lavoratore.
Tale tipologia di prestito può essere caratterizzata da un’assicurazione che riguarda l’importo del trattamento di fine rapporto. Questa garanzia si utilizza per compensare la somma prestata, in caso di eventuale licenziamento del dipendente avvenuto prima dell’estinzione del debito.
Se il lavoratore licenziato riuscisse a trovare subito un’altra occupazione, è tenuto a saldare il debito contratto con la compagnia assicurativa che ha coperto le rate del finanziamento. In questo caso, l’assicurazione assume il nome di prestito perdita di lavoro.
Cessione del Quinto: quando il dipendente viene licenziato
Le cause di un licenziamento possono essere molteplici e dipendere anche dal fallimento dell’azienda.
E’ compito del datore di lavoro trattenere qualsiasi somma maturata dal dipendente per coprire l’importo prestato dalla banca o dall’istituto di credito.
in caso di licenziamento per giusta causa, la compagnia assicuratrice può rifiutare di pagare l’indennizzo alla banca ed il credito “va in sofferenza”, in modo da registrare la passività sui bilanci.
Cessione del Quinto: quando il dipendente cambia lavoro
Al termine di un rapporto lavorativo, nel caso in cui la somma trattenuta non coprisse il debito residuo del prestito e il dipendente non trovasse un nuovo lavoro, si verifica l’insolvenza della Cessione del Quinto per cambio lavoro.
In tal caso, l’insoluto riceve una segnalazione alla centrale rischi finanziari e viene inserito nelle banche dati degli istituti di credito.
Da quel momento, il lavoratore diventa un cosiddetto cattivo pagatore.
E’ bene ricordare che, la Cessione del Quinto prevede sempre particolari assicurazioni sulla vita e che, in questo caso, la compagnia assicurativa, dopo aver saldato la banca creditrice, potrà rivalersi sul dipendente.
Cessione del quinto in caso di fallimento dell’azienda
Cessione del Quinto: quando l’azienda fallisce
Se il licenziamento del dipendente dipende dal fallimento dell’azienda, il rimborso viene risarcito dalla compagnia assicurativa.
Vediamo quali sono i casi specifici in cui non avviene:
- quando il lavoratore viene segnalato come cattivo pagatore
- quando la compagnia assicurativa ha la possibilità di rivalersi sul dipendente insoluto
- quando il dipendente insoluto subisce delle segnalazioni alle centrali rischi finanziari
- quando il lavoratore, trovato un nuovo impiego, deve risarcire la compagnia assicurativa.
Cessione del Quinto: come sospendere i pagamenti
E’ possibile sospendere la rata della Cessione del Quinto, ma il beneficio non si estende a tutti. La regola prevede che si può richiedere la riduzione della rata se lo stipendio subisce una detrazione del 33%. Le rate vengono ridotte in base alla decurtazione in modo proporzionale affinché non superino il 20% dello stipendio.
L’incarico spetta al datore di lavoro che deve ricalcolare l’importo dovuto all’ente creditizio.
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