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Body shaming: cos’è e quando è reato

Body shaming: cos'è e quando è reato

Body shaming: cos'è e quando è reato

Definizione di body shaming

Forme comuni di body shaming

Conseguenze psicologiche del body shaming

Quando il body shaming diventa reato

Diffamazione (595 Codice Penale)

Ingiuria (Art. 594 Codice Penale)

Stalking (612-bis Codice Penale)

Molestia (Art. 660 Codice Penale)

Cyberbullismo

Difendersi dal body shaming

Azioni legali

Supporto psicologico

Educazione e prevenzione

Conclusione

Il termine “body shaming” si riferisce all’atto di deridere o criticare qualcuno a causa del suo aspetto fisico. Questo fenomeno è sempre esistito, ma con l’avvento dei social media, il problema è diventato ancora più pervasivo e visibile. Le vittime di body shaming possono sperimentare significativi danni psicologici, tra cui bassa autostima, depressione e disturbi alimentari. Questo articolo spiegherà cos’è il body shaming e le circostanze in cui può essere considerato un reato in Italia.

 

Definizione di body shaming

Il body shaming si manifesta in vari modi, tra cui commenti negativi, insulti, bullismo e derisione. Questi comportamenti possono avvenire di persona, ma sempre più spesso si verificano online attraverso i social media, dove l’anonimato e la diffusione virale amplificano l’impatto delle offese.

 

Forme comuni di body shaming

  • Commenti sul peso: critiche rivolte a persone percepite come sovrappeso o sottopeso.
  • Critiche su caratteristiche fisiche specifiche: insulti riguardanti particolari tratti fisici come altezza, colore della pelle, forma del viso, ecc.
  • Derisione di difetti o condizioni fisiche: offese verso persone con cicatrici, condizioni dermatologiche, disabilità o altre caratteristiche fisiche percepite come “diverse”.

 

Conseguenze psicologiche del body shaming

Le vittime di body shaming spesso soffrono di gravi conseguenze psicologiche. Studi hanno dimostrato che il body shaming può portare a:

  • Bassa autostima: le persone iniziano a percepirsi in modo negativo.
  • Depressione e ansia: la continua esposizione a critiche e derisione può sfociare in disturbi dell’umore.
  • Disturbi alimentari: il tentativo di conformarsi agli standard estetici imposti può portare a comportamenti alimentari disfunzionali.
  • Isolamento sociale: per paura di essere giudicate, le vittime possono ritirarsi dalla vita sociale.

Quando il body shaming diventa reato

In Italia, il body shaming può configurare diversi reati, a seconda delle circostanze e della gravità degli atti compiuti. La legge italiana non prevede una specifica incriminazione per il body shaming, ma varie disposizioni del Codice Penale possono essere applicate a questo fenomeno.

 

La diffamazione si verifica quando qualcuno, comunicando con più persone, offende la reputazione di un’altra persona. Nel contesto del body shaming, i commenti denigratori fatti online possono facilmente integrare il reato di diffamazione, soprattutto se vi è la volontà di offendere la dignità della persona.

  • Ingiuria (Art. 594 Codice Penale)

L’ingiuria, depenalizzata con il decreto legislativo n. 7 del 2016, è ora considerata un illecito civile. Tuttavia, se l’ingiuria si verifica in pubblico o sui social media, potrebbe configurare altre ipotesi di reato, come la diffamazione.

Se il body shaming è reiterato e causa nella vittima un perdurante stato di ansia o paura, o altera significativamente le sue abitudini di vita, può configurare il reato di stalking. Questo è particolarmente rilevante nei casi in cui l’offensore perseguita la vittima con continui commenti denigratori.

  • Molestia (Art. 660 Codice Penale)

La molestia è configurabile quando qualcuno, in luogo pubblico o aperto al pubblico, o mediante telefono, molesta o disturba una persona. I commenti denigratori sui social media possono essere considerati molestie se ripetuti e insistenti.

  • Cyberbullismo

La legge 71/2017 ha introdotto specifiche disposizioni per contrastare il cyberbullismo, definito come qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica ai danni di minori. Sebbene questa legge si applichi principalmente ai minori, gli adulti vittime di body shaming online possono comunque avvalersi delle protezioni previste per i reati correlati.

 

Difendersi dal body shaming

Difendersi dal body shaming

Difendersi dal body shaming

Azioni legali

Le vittime di body shaming possono intraprendere diverse azioni legali:

  • Querela: presentare una querela alle autorità competenti per diffamazione, stalking o molestia.
  • Tutela civile: richiedere un risarcimento per i danni morali subiti.
  • Richiesta di rimozione dei contenuti: chiedere ai gestori dei social media o delle piattaforme online di rimuovere i contenuti offensivi.

Supporto psicologico

È fondamentale che le vittime di body shaming cerchino supporto psicologico per affrontare le conseguenze emotive e psicologiche degli abusi subiti. Organizzazioni e professionisti del settore possono offrire assistenza e sostegno.

Educazione e prevenzione

La prevenzione del body shaming passa anche attraverso l’educazione. Sensibilizzare le persone sull’importanza del rispetto e dell’accettazione delle diversità fisiche può contribuire a ridurre il fenomeno. Scuole, famiglie e media hanno un ruolo cruciale nell’insegnare il rispetto per gli altri e nel promuovere un’immagine corporea positiva.

 

Conclusione

Il body shaming è un fenomeno pervasivo e dannoso che può avere gravi conseguenze psicologiche per le vittime. Sebbene la legge italiana non preveda una specifica incriminazione per il body shaming, esistono diversi strumenti legali per perseguire chi commette tali atti. È fondamentale che le vittime siano consapevoli dei propri diritti e che la società continui a lavorare per prevenire e combattere questo tipo di abuso.

 

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