Ulteriore aumento delle pensioni di importo inferiore o pari al minimo previsto. Vediamo insieme i dettagli.
Per compensare l’inflazione registrata nel 2022, a partire dal prossimo mese, è previsto un ulteriore aumento delle pensioni minime. Nel rispetto della legge 197/2022, l’aumento per il 2023 è del 1,5% per i soggetti con una pensione inferiore o uguale al minimo ed un’età inferiore ai 75 anni. Le maggiorazioni sono soggette a Irpef.
Per i pensionati che hanno almeno 75 anni, l’aumento è del 6,4%. Il prossimo anno, a prescindere dall’età, l’aumento sarà del 2,7%.
L’importo minimo della pensione nel 2023 è di 563,74 euro che, con la maggiorazione dell’1,5% diventa di 572,20 euro. Maggiorato del 6,4% diventa di 599,82 euro.
Coloro che percepiscono più di 563, 74 euro ma meno di 572,20 euro o 599,82 euro, riceveranno in ogni caso questi importi, in base all’età.
Dalla relazione tecnica alla legge di Bilancio si evince che la disposizione ha un valore complessivo di 14 miliardi di euro.
Quando saranno pagati gli arretrati?
Gli arretrati che si riferiscono alla prima parte dell’anno (i primi sei mesi), verranno corrisposti insieme agli aumenti delle pensioni. In altri termini, i pensionati INPS riceveranno un importo aggiuntivo che copre il periodo in cui l’incremento non era stato ancora applicato.
Quando saranno pagati gli arretrati?
Come sono calcolati gli aumenti rispetto al tipo di pensione?
L’aumento delle pensioni minime viene applicato alle somme lorde inferiori o pari al trattamento minimo, compresa la tredicesima. Ai pensionati con pensione integrata al minimo, l’incremento viene applicato sull’intera somma in pagamento.
Nei casi di pensione integrata al minimo, l’aumento viene applicato su tutta la somma. Se, invece, non c’è l’integrazione l’aumento si calcola sulla cifra in pagamento.
Trattamento pensioni ai superstiti e pensioni in convenzione internazionale
Per quanto riguarda le pensioni ai superstiti cointestate, gli aumenti saranno divisi tra i beneficiari, nel rispetto della somma complessiva che spetta ai titolari.
Per le pensioni in convenzione internazionale, l’aumento sarà applicato alla somma lorda proporzionale all’assegno italiano.
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